Prima della pausa estiva un’iniziativa in questo senso, concreta e riuscita, l'aveva presa la Cisl, mettendo a confronto le ragioni politiche di merito del Sì e del No. E ieri il Meeting di Rimini ha cercato di definire "il punto e la linea": la storia e il futuro di questa riforma.
Rientrata precipitosamente e doverosamente a Roma il ministro Boschi, quel punto e quella linea sono stati tracciati dai professori Sabino Cassese e Francesco Paolo Casavola, entrambi con un passato alla Corte Costituzionale (della quale Casavola è presidente emerito). E in questa veste soprattutto c’è il comune riconoscimento del valore "unitario" delle modifiche al Titolo V, il merito di avere provato a fare chiarezza sulla legislazione concorrente tra Stato e Regioni, che tanti tormenti ha creato ai giudici della Consulta in particolare quando materia del contendere era la sanità; e dunque il diritto alla salute che mai può essere diverso per un cittadino lombardo e per uno calabrese, come ha sottolineato Casavola.
Diverso, ma non contrapposto, è l'approccio su altre questioni di merito, a partire dal nuovo Senato, del quale l'uno teme e l'altro auspica lo scenario futuro (ma entrambi sottolineano il fallimento dell'esperienza da "doppione" della Camera).
Resta piuttosto il nodo del metodo: Casavola sottolinea la preoccupazione per un risultato raggiunto da una maggioranza, peraltro variabile, anziché frutto di un vero consenso maturato tra le forze politiche. Cassese ripercorre invece i sei passaggi parlamentari di questa legislatura, esito di un lavoro iniziato nel 1983 con la Commissione Bozzi.