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NO ALLA CHIUSURA DEGLI UFFICI POSTALI
Poste Italiane, Slp Cisl "53 chiusure in Regione. Otto solo a Piacenza e Undici a Parma"
A PIACENZA
Otto uffici postali a rischio | |
I sindacati si mobilitano: «Pagano lavoratori e clienti» | |
Biana di Bettola, Godi di San Giorgio, Rezzano di Carpaneto, San Giuliano di Castelvetro, Santimento di Rottofreno, Vicobarone di Ziano, San Nazzaro di Monticelli e Settima di Gossolengo. Sono le otto sedi degli uffici postali che, stando alle indiscrezioni, dovrebbero chiudere a breve, anche se, al momento, sui prossimi obiettivi dei tagli annunciati, le bocche restano tutte cucite. Di certo, il sindacato, Cgil, Cisl e Uil, è pronto alla mobilitazione. Sia per l'ennesima chiusura degli uffici postali, sia per la mancanza di organico e le condizioni peggiorative di lavoro lamentate dai portalettere e dagli addetti agli sportelli. Prima a parlare delle otto sedi chiuse, senza entrare nel merito dei luoghi, è stata ieri la Cisl con un comunicato arrivato da Bologna, nel quale si è parlato chiaramente di un piano industriale annunciato da Poste Italiane del tutto "irricevibile", perché "indirizzato solo a fare finanza mentre abbandona il territorio, specie le parti economicamente più deboli". Secondo quanto riportato dalla nota, si parlerebbe precisamente della chiusura di 53 uffici postali (11 nella provincia di Bologna e altrettanto a Parma, otto a Piacenza, sette a Ferrara, quattro a Modena, quattro a Forlì, quattro a Ravenna, tre a Reggio Emilia e una a Rimini) e della "razionalizzazione" di altri 34 (10 a Modena, sei a Reggio Emilia, cinque a Bologna, tre a Ferrara, tre a Rimini, tre a Parma, due a Ravenna, una Piacenza e una Forlì-Cesena) nella sola Emilia-Romagna. «Con il chiaro indirizzo a concentrare la presenza di Poste Italiane solo nelle zone più ricche - ha detto Valerio Grillini, segretario regionale Slp Cisl -, non solo si rischia di minare ulteriormente la coesione sociale, ma anche di azzerare le grandi opportunità che la rete, fisica e infrastrutturale, potrebbe offrire ai cittadini e all'intera economia regionale». Partiranno dunque una serie di assemblee sui luoghi di lavoro e, insieme alle categorie dei postelegrafonici della Cgil (Slc Cgil) e della Uil (Uil Poste), si aprirà formalmente un conflitto di lavoro contro l'azienda per la difesa dell'occupazione e dei servizi postali della regione. «La situazione è paradossale - precisa Vito Altobello della Cisl provinciale -, proprio mentre il bilancio di Poste Italiane fa registrare ampi profitti per l'azienda. Ci opporremo con tutte le nostre forze, certi tagli sono del tutto deleteri, soprattutto in alcune zone. Sono un servizio sociale, difficile da sostituire». «Il fatto è molto grave, stanno pagando sulla propria pelle i lavoratori e i clienti - precisa Antonio D'Elia, della Uil Poste -. Si continua con questa politica di chiusure e non si vedono assunzioni né miglioramenti. Questa condizione di non chiarezza si riverserà su tutti. Siamo in stato di conflitto con l'azienda». Dalla Slc Cgil fanno sapere che, in questi giorni, è già stata inviata una lettera di denuncia ai presidenti dell'Anci e dell'Uncem, nazionali e regionali, e a tutti i sindaci dei comuni interessati dalle chiusure. Di fatto l'Ufficio Postale e il portalettere sono una presenza di riferimento, anche nella minuscola Zerba (che può scampare ai tagli per una legge che vieta di toccare le sedi di ufficio postale dove vi sia il Municipio), come l'ambulatorio medico, la farmacia, la scuola. Nella nostra provincia, solo lo scorso anno, erano già stati chiusi quattro Uffici Postali e altri avevano diminuito i giorni di apertura al pubblico. |
A PARMA
Poste Italiane, prevista la chiusura di 14 uffici postali. I sindacati "le Istituzioni e i sindaci si attivino per evitarla"
L'appello dei sindacati per evitare la chiusura degli uffici postali del parmense.
COMUNICATO Poste Italiane vuole tagliare 14 uffici postali del parmense. Una scelta sbagliata, che provoca un danno a cittadini, lavoratori e anziani. Chiediamo alle Istituzioni e ai sindaci di attivarsi per far recedere tale scelta. Poste Italiane ha deciso unilateralmente di procedere alla chiusura di una serie di uffici postali nella nostra regione. Sono 81 gli uffici nel mirino, dislocati in 69 Comuni dell’Emilia-Romagna. Nella provincia di Parma, Poste Italiane ha intenzione di chiudere 11 uffici e di ridurre le giornate di apertura di altri 3 uffici postali: in tutto 14 sedi a rischio per i tagli.
Questa decisione provocherà inevitabilmente forti disagi per i cittadini e in particolare per tanti anziani, per i quali gli uffici postali rappresentano un punto essenziale di servizio pubblico per il ritiro delle pensioni e il pagamento delle bollette. Gli uffici postali interessati dalle chiusure e dalle razionalizzazioni sono sparsi in tutto il territorio, dalla bassa alla montagna parmense. Molti di questi sono in aree marginali, già penalizzati dalla loro collocazione geografica. Anche per questo motivo, riteniamo il piano di Poste Italiane una scelta sbagliata, che non tiene conto del parere espresso da Agcom, l’Autorità per il Garante delle comunicazioni, contraria alla chiusura degli uffici postali nelle aree svantaggiate.
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Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil provinciali ritengono che ogni sforzo vada fatto per contrastare e studiare soluzioni alternative alla scelta dell’Azienda.
Chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, alla Provincia e ai Sindaci dei territori interessati di convocare un confronto di merito con Poste Italiane, per esaminare il problema e definire soluzioni condivise che riducano al minimo i disagi alle popolazioni e alle attività, garantendo continuità ad un servizio essenziale per il territorio.