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Appennino, spopolamento da invertire

L'analisi del Professor Chiarini

Il 29 novembre 2024, presso la Sala Polivalente di Nibbiano, si è tenuto un incontro organizzato dalla CISL e dalla FNP di Parma e Piacenza dedicato all'analisi della situazione demografica dell'Appennino Piacentino. L'evento, intitolato "Domani è oggi: presente e futuro demografico del nostro Appennino", ha visto la partecipazione del Professor Franco Chiarini, statistico e demografo, che ha presentato un dossier statistico riguardante l'evoluzione della struttura della popolazione della zona.

Secondo il Professor Chiarini, l'Appennino Piacentino è caratterizzato da un drammatico spopolamento, con un calo della popolazione residente che tra il 1951 e il 2021 è passato da 113.002 a 57.339 persone. Questo declino demografico è particolarmente evidente nei comuni montani di crinale (Alta Val Tidone, Bobbio, Cerignale, Coli, Corte Brugnatella, Ferriere, Ottone, Zerba), che hanno perso quasi il 70% dei residenti in settant'anni. Ancora più preoccupante è la situazione nella fascia montana intermedia (Morfasso, Farini e Bettola), dove il calo demografico ha raggiunto, in media, il 75,8% nello stesso periodo.

Il Professor Chiarini ha sottolineato come questo spopolamento sia correlato alla sostenibilità dei servizi essenziali. Molte scuole, ad esempio, lottano per rimanere aperte a causa della diminuzione degli alunni, ma senza scuola le persone pensano di trasferirsi. Inoltre, l'invecchiamento della popolazione pone sfide significative per il sistema sanitario e per l'assistenza ai soggetti più vulnerabili. Nella montagna gli anziani sfiorano il 40% della popolazione. Molti più decessi che nascite.

La ricerca del Professor Chiarini ha evidenziato come il calo demografico dell'Appennino Piacentino si inserisca in un contesto più ampio di declino della popolazione nella provincia di Piacenza. Tra il 1951 e il 2021, la provincia ha perso 15.703 abitanti, con una diminuzione del 5,2%. Di conseguenza, la quota di popolazione residente nelle aree montane e collinari è scesa dal 37,8% del 1951 al 20,2% del 2021.

Per contrastare questo spopolamento, il Professor Chiarini ha suggerito la necessità di adottare politiche mirate a sostenere lo sviluppo economico e sociale delle aree montane e collinari. Tra le misure proposte, figurano investimenti in infrastrutture, incentivi per le imprese e misure per favorire l'accesso ai servizi essenziali. In tutte queste zone la presenza di stranieri è inferiore alla media provinciale. In montagna 7 abitazioni su 10 non occupate da persone residenti. Certamente il sindacato ha un ruolo vitale per fare "rete" in queste piccole realtà.

L'incontro si è concluso con una tavola rotonda a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo del lavoro e del terzo settore. La discussione ha evidenziato la necessità di un impegno congiunto da parte di tutti gli attori per affrontare la sfida per l'Appennino dopo questo "inverno demografico" e garantire un futuro alle comunità dell'Appennino Piacentino. 

Nella tavola rotonda sono intervenuti il direttore i di Confesercenti Piacenza Fabrizio Samuelli, il direttore di Unione Commercianti Gianluca Barbieri, poi Franco Albertini, sindaco di Alta Val Tidone e anche il presidente dell'Unione Montana Roberto Pasquali, oltre al direttore del distretto di Ponente Giuseppe Magistrali. Infine hanno dato il loro apporto Adriana Santoro, dirigente reggente dell'Istituto omnicomprensivo di Bobbio e Teresa Andena, ex dirigente scolastica. In chiusura Don Enrico Zazzari che ha portato la sua testimonianza di parroco della montagna ed Enrico Corti della Ricerca.

 

 

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